Veronica, ultima di sette figlie, due delle quali morte in tenera età, nasce il 27 dicembre 1660 a Mercatello sul Metauro, da Francesco Giuliani e Benedetta Mancini; è battezzata con il nome di Orsola il 28 dicembre. A sei anni le muore la madre e il padre nel 1669 si trasferisce a Piacenza per lavoro ma nel 1672 Orsola mal sopportando l’ambiente cittadibo, fa rientro nuovamente a Mercatello.
Di temperamento vivace e volitivo, da giovanissima sente la chiamata del Signore a seguirlo più da vicino, ma deve lottare molto, soprattutto per superare l’opposizione del padre che per lei nutriva un affetto particolare. Superate tutte le difficoltà, nel 1677, a soli 17 anni, veste l’abito delle Cappuccine e, a differenza delle sue quattro sorelle maggiori che entrano tra le Clarisse di Mercatello, lei sceglie il monastero di Città di Castello ritenendolo il più idoneo per darsi alla ricerca di Dio nel ritiro, nella povertà, nell’austerità e nella penitenza.
Fin dalla giovinezza l’azione divina si manifesta in lei in una ascesa di esperienze mistiche intime accompagnate da fenomeni fisici; questi hanno inizio quando Veronica ha 21 anni con il dono della corona di spine e culminarono il Venerdì Santo del 1697 con l’impressione delle stimmate che colma la sua volontà di partecipare in pienezza alla Passione di Cristo. Le misure e le verifiche del Sant’Uffizio non si fanno attendere e dal 1697 Veronica è sottoposta a continui esami, in un clima di sospetto e di sfiducia. Nel 1715 viene completamente riabilitata e l’anno successivo le sorelle della comunità la eleggono badessa, servizio che avrà fino alla morte.
Dal 1693 è costretta dal p. Girolamo Bastianelli, sacerdote dell’Oratorio di S. Filippo Neri e confessore del monastero, tutto quello che il suo spirito sperimenta sotto la luce e l’azione di Dio; così riempie 22000 pagine manoscritte che formano il suo Diario: la più voluminosa autobiografia che mai sia stata pubblicata.
Muore il 9 luglio 1727, all’età di 60 anni dopo 57 anni di vita religiosa.
Viene beatificata da Pio VII nel 1804 e canonizzata da Gregorio XVI nel 1839.
Il suo monastero conserva la memoria della sua vita e della sua esperienza mistica; nel piccolo museo presente nel chiostro sono custoditi i suoi ricordi e le reliquie più importanti. Esso può essere visitato previa prenotazione come pure la piccola chiesa che custodisce il suo corpo intatto.