Beata Maria Costanza Panas

Alano di Piave (Belluno, Italia)
05/01/1896
Fabriano (Italia)
28 maggio 1963

Maria Costanza Panas (al secolo: Agnese Pacifica) nacque il 5 gennaio 1896 ad Alano di Piave (Belluno, Italia), in una famiglia cristiana e di modeste condizioni economiche. Nel 1902, i genitori dovettero emigrare in America in cerca di lavoro, affidando la piccola alle cure del nonno paterno e di uno zio sacerdote. Frequentando la scuola pubblica a Venezia, nel periodo adolescenziale, la Beata fu combattuta fra l’ambiente scolastico laico e liberale e l’atmosfera spirituale del collegio delle Suore Canossiane, presso il quale alloggiava.

Nel 1913, conseguito il diploma magistrale, iniziò ad insegnare nella scuola statale. Nel frattempo collaborò anche con il Corriere delle Maestre, pubblicandovi novelle e disegni. Nel 1914, in occasione di una missione parrocchiale organizzata dallo zio, conobbe Don Luigi Fritz che, divenuto suo padre spirituale, le parlò delle Clarisse Cappuccine di Fabriano.

Sentendosi chiamata alla vita consacrata, nel 1917, all’insaputa dei familiari perché erano contrari, lasciò la casa paterna e, accompagnata dal suo direttore spirituale, partì per Fabriano, dove entrò nel Monastero delle Clarisse Cappuccine. Terminato il Noviziato, emise la professione semplice l’8 maggio 1919 e quella solenne il 19 maggio 1922. Per sentirsi maggiormente spronata ad affrontare le difficoltà del vissuto quotidiano, dopo la professione dei consigli evangelici aggiunse cinque propositi, che mantenne per sempre: umiltà, spirito di fede, devozione alla Madonna, aiuto alle anime e conformità alla volontà di Dio. Inoltre, nel 1925, confidando nell’aiuto della grazia, fece altri due voti: quello di “totale abbandono in Dio” e quello di “morire per far vivere Gesù nelle anime”.

Nel 1927 fu nominata Maestra delle Novizie e, nel 1936, venne eletta Abbadessa, incarico che mantenne per sedici anni.

Nel 1942, l’Arcivescovo di Ferrara le chiese di occuparsi della riforma del Monastero delle Clarisse Cappuccine della sua città. Pertanto, per sette mesi, la Serva di Dio si trasferì a Ferrara per tale opera.

Nel 1955 fu eletta anche Consigliera della Federazione dei Monasteri delle Clarisse Cappuccine dell’Italia centrale e, nel 1958, fu nuovamente eletta Abbadessa.

Per la sua profondità spirituale, fu scelta da vari sacerdoti come guida spirituale. Contemporaneamente si dedicò alla stesura di varie meditazioni.

Nel 1960, a causa di un’artrite deformante e progressiva, accompagnata da gravi disturbi cardiaci e respiratori, fu costretta ad una forzata immobilità nell’infermeria del Monastero. Benché inferma, nel 1962, fu nuovamente eletta Abbadessa, con l’autorizzazione della Sacra Congregazione dei Religiosi.

Morì a Fabriano (Italia) il 28 maggio 1963.

Inchiesta Diocesana

L’Inchiesta Diocesana sulla vita, virtù, fama di santità e di segni si svolse presso la Curia ecclesiastica di Fabriano (Italia), dal 10 ottobre 1983 al 16 aprile 1988, in quarantaquattro Sessioni, durante le quali furono raccolte le prove documentali e vennero escussi sessantasette testi, di cui due ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 12 novembre 1993.

 Congresso Peculiare dei Consultori Teologi

Ebbe luogo il 12 maggio 2015, presieduto dal Promotore della Fede, con la partecipazione dei Consultori prescritti, i quali sottolinearono che ella fu esemplare nell’osservanza della Regola delle Clarisse Cappuccine e nella carità con le consorelle. Si impegnò, inoltre, a non scrivere più, se non per Gesù, segno del suo “innamoramento” per Cristo. Nel governo del Monastero fu particolarmente apprezzata per la saggezza e la prudenza.

Molte persone, tra cui anche diversi sacerdoti, ricorrevano a lei per avere consigli o per trovare soluzioni ai loro problemi.

Abbandonata alla volontà del Signore, nutrì la speranza cristiana che la portò all’azione verso il prossimo anche dall’interno della clausura. Fu costante e tenace sino alla fine nel sostenere il progetto di vita orientato a Dio. Era dotata di un profondo senso ecclesiale e missionario.

La sua spiritualità di tipo francescano trovò solido fondamento nella Parola di Dio ascoltata, meditata e vissuta sull’esempio della Vergine Maria. Dallo Spirito Santo si lasciò docilmente plasmare; fece esperienza di doni particolari, come la scrutazione dei cuori. La liturgia, soprattutto l’Eucaristia, divenne il centro della sua vita, che trascorse fedele a Dio nell’umiltà, nella povertà, nella giustizia e nella temperanza. Visse gli ultimi anni, segnati dalla malattia e dalla rielezione ad Abbadessa, con fortezza evangelica e abbandono alla volontà di Dio.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni della Beata.

 Sessione Ordinaria dei Cardinali e dei Vescovi

Si riunì il 4 ottobre 2016. L’Em.mo Ponente, dopo aver ripercorso l’iter della Causa e tratteggiato il profilo biografico della Beata, sottolineò che la sua vita fu alimentata dalla lettura e meditazione della Bibbia e dalla celebrazione liturgica; una vita totalmente dedicata a Dio, adorato e amato come Trinità.

Pur nella scelta della vita di clausura, il popolo percepiva con chiarezza la sua benevolenza e disponibilità verso tutti. Esemplare figlia di San Francesco, fu una guida sicura e materna per tante monache, per Vescovi, sacerdoti e laici. Il segreto di così larga fecondità era radicato nella profondità di una vita costruita sulla solida base del totale abbandono in Dio.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.

In vista della Beatificazione

Per la beatificazione, la Postulazione della Causa ha presentato all’esame della Congregazione l’asserita guarigione miracolosa, attribuita alla sua intercessione, di una neonata da “grave sofferenza fetale da anemia feto-natale ed emorragia cerebrale; insufficienza multiorgano”. L’evento accadde nel 1985 ad Ancona (Italia). La piccola nacque a San Severino Marche (Macerata, Italia). Il decorso della gravidanza era stato regolare, ma alla nascita il liquido amniotico risultò fortemente tinto di meconio. Il quadro clinico della neonata si presentò molto grave, con insufficienza respiratoria, ipotonia muscolare ed emorragia cerebrale, elementi che, insieme all’insufficienza multiorgano, facevano prevedere inevitabili sequele neurologiche in caso di sopravvivenza. I medici decisero il trasferimento all’Ospedale “G. Salesi” di Ancona, nel Reparto di Rianimazione.

Mentre la piccola era quasi in fin di vita, i nonni materni, insieme alle Monache del Monastero delle Clarisse Cappuccine di Fabriano, invocarono l’intercessione della Beata. Il 29 novembre 1985 le condizioni della neonata, inaspettatamente, migliorarono fino alla risoluzione della principale sintomatologia, che avvenne il 7 dicembre 1985. Negli anni successivi non si manifestarono sequele neurologiche.

L’invocazione alla Beata fu univoca, mentre la neonata era in Terapia Intensiva in condizioni molto gravi. Sussiste il nesso causale tra l’invocazione e l’inattesa guarigione.

http://www.causesanti.va/it/santi-e-beati/maria-costanza-panas-al-secolo-agnese-pacifica.html